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mercoledì 10 agosto 2016

Cactus Chronicles: raid mtb "Aquila" (8-9/8, 2016)

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Impegnativo raid mtb in compagnia di Luca (P), che ci vede pedalare due giorni tra la Lessinia veronese e le Piccole Dolomiti vicentine.
Entrambi ci prendiamo due giorni di ferie e disegno un percorso che, in due tappe molto dure, ci porterà ad affrontare salite impegnative e discese tecniche, con il contorno di tratti spallati.

1° giorno (8 agosto 2016)
Terminato ad ora pranzo il corso di mtb da noi organizzato per i ragazi della Ski Team Lessinia (vedi post precedenti), io e Luca ci prepariamo e sono le 1430 quando, zaino in spalla, iniziamo a pedalare.
Prendiamo la direttissima su bitume per i Parpari e poco prima dei Parpari di Sotto prendiamo l'originale - e oramai poco utilizzato - sentiero che ci porta ad agganciare la Discesa delle Gosse.


Discesa tecnica fino a poco prima del ponte ed in seguito la troveremo molto rovinata rispetto al recente passato, a causa delle forti piogge  di qualche settimana fa.

Discesa che fatta ad a una certa velocità, pur in sicurezza, mette alla prova le proprie capacità tecniche e che ci ha esaltato.
Arriviamo a Giazza (740 mt), riempiamo le borracce e si va prendere l'impegnativa Salita della Val Fraselle.
Tratto cementato iniziale che spacca chiunque e poi si sale sempre con pendenza impegnative fino a Malga Fraselle di Sotto (1475 mt).
Una salita che comunque soffrirò, cercando di prendere il ritmo, ascoltando il ginocchio.

La fontana regala refrigerio e ci permette di riempire le borracce.

Si sale ancora, senza soluzione di continuità, superando Malga Fraselle di Sopra (1630 mt)

puntando verso Passo Zevola (mt 1820).

Le ore passano, la temperatura è piacevole ed una volta arrivati al passo è ora di dirigerci verso il passo successivo, il Tre Croci (1716 mt).

E' in questo tratto che Luca si accorge che due aquile volteggiano sopra di noi, sfruttando le correnti ascensionali.
Foto fatte al volo, inseguendo i rapaci.

Arriviamo al Passo ed è ora di scendere verso il Rifugio Battisti (1265 mt).

Tra tratti a spinta e tratti pedalati, arriviamo al Rifugio, dove avevamo già prenotato due letti un paio di giorni prima.

Chiudiamo  la prima parte dell'escursione con 27 km e 1826 mt+ di ascesa accumulata.
Tanti mt+ in pochi km, siamo visibilmente stanchi entrambi.

Al Rifugio ci accoglie Marco, che conosco oramai da qualche anno .

Una favolosa doccia calda, una cena accompagnata da due weissen ciascuno, 

ciacolate con Marco su montagna e dintorni e sono le 2300 quando chiudiamo gli occhi.

2° giorno (9 agosto 2016)
Verso le 0700 ci svegliamo, la giornata è splendida.

Colazione ed è ora di partire.
Ci attende il Sentiero dei Grandi Alberi.

Pochissimi escursionisti in giro, 

sia per il giorno feriale che per l'ora.


A metà strada una fontana, quindi sosta bevuta e borraccia, la giornata è calda.


Si prosegue in direzione della prima salita di giornata.

Quando arriviamo ai piedi del Monte Falcone ci accorgiamo che l'impianto è aperto ed un biker ha appena caricato la sua mtb.
In teoria dovremmo fare l'impegnativa salita che ci deve portare alla Sella del Campetto (1530 mt).
Uno sguardo tra noi e andiamo a vedere quanto costa la salita individuale.

Solo 7 euro con mtb e quindi... decidiamo di fare l'esperienza

Una volta in cima al Monte Falcone (1620 mt) lo spettacolo attorno a noi è fenomenale, tra nuvole, montagne e cielo blu

E' ora di fare il tratto che ci porterà al Sentiero Milani e a seguire Passo Scagina.
Superiamo Malga Campodavanti (1600 mt)

e proseguiamo in un tripudio di tratti

che sono magia pura per chi, come noi, 

ama la montagna

quanto la mountain bike.

Arriviamo e superiamo Passo Scagina  (1548 mt) e scendiamo verso Malga Fraselle di Sotto per riempire prima le borracce e poi prendere il sentiero

che ci porterà a salire sul monte Terrazzo.

Impegnativo single, a tratti tecnico, in salita

e una volta in cima ad esso (1509 mt) si prende la discesa tecnica sul 282.

Una vera palestra trail che impone passaggi tecnici con sequenze, a tratti, di gradoni e curve a gomito.
Pura adrenalina.
Termina la tecnica discesa e arriviamo a Giazza.
Prendiamo l'asfalto direzione Rifugio Boschetto (1150 mt) dove prendiamo panozzo e coca.
Si prosegue per lo sterrato direzione nord e quindi si prende il sentiero che ci deve portare a Passo Malera (mt 1690).

Si tratta di spallare spesso fino al Passo ma non mancano brevi tratti pedalati.

anche se per lo più si tratta di fare la salita spallando o spingendo la mtb.

Finalmente arriviamo  a Passo Malera, le difficoltà di giornata sono alle nostre spalle.

Prendiamo lo sterrato che ci conduce verso i Parpari

dove prendiamo l'ultima meritata coca dopo una spallata impegnativa.
A seguire tratto di asfalto defaticante fino all'arrivo a Malga Vazzo (993 mt).

Chiudiamo con 48 km e 2048 mt+ di ascesa, già puliti dell'ascesa fatta con la seggiovia.

La due giorni regala in totale 75 km e 3874 mt+ di ascesa accumulata.

Considerazioni
Una due giorni impegnativa che ha regalato emozioni, grazie anche ad un ottimo meteo ed alla scarsa presenza di escursionisti.
Luca, già in forma mondiale (parteciperà ai Mondiali XC in Val di Sole), mi fa compagnia in un'escursione che doveva anche fornire indicazioni importanti sullo stato del mio ginocchio a 5 mesi dall'operazione.
Una difficile escursione che ho svangato con l'esperienza, dosandomi e pedalando agile.
Grossa mano me l'ha anche data la mia mtb, una trail bike fatta apposta per questo tipo di terreno, con una doppia che conferma ancora la sua assoluta utilità e sospensioni che ti fanno affaticare di meno ed aiutano nelle discese impegnative.
La grande gamba di Luca ha sopperito ad un monocorona (30/42) che avrebbe fiaccato moltissimi bikers ma che ha stancato anche lui, tanto da dover dire che una full - anche solo marathon - abbinata ad una doppia, sia probabilmente la scelta migliore in questo genere di uscite.
Ciò non toglie il fatto che Luca sia in possesso di una gamba e di una tecnica di guida che quasi annullano le differenze di bici, nonostante abbia usato un front da Xc, leggera ma sin troppo rigida per quest'ambiente.
Imperative le scarpe con suole vibram perchè  i tratti spallati non consigliano di certo delle Sidi o Mavic (es.) in carbonio e Luca ha sfoggiato delle belle Mavic per AM/Enduro.
Con l'esperienza, ho sopperito ai 50.000 mt+ in meno - ad oggi - di ascesa rispetto al 2015 ed in questo genere di uscite te ne accorgi ma pensando a come si stava mettendo il mio anno ciclistico a gennaio, non posso essere più contento, in quanto mai avrei pensato di poter fare, già quest'anno, un'escursione del genere.
Nonostante le quote, il caldo si è fatto sentire e le temperature migliori erano sicuramente sopra i 1500 mt.
Abbiamo comunque sudato tantissimo.
Una bellissima due giorni, passata in splendida compagnia, in un ambiente montano che è un vero paradiso per la mountain bike e che le foto (una macchina a testa) ben testimoniamo.
Ora punto ad un'altra impegnativa escursione mtb a settembre.
Nel frattempo...pedalare
See ya!

2 commenti:

  1. Complimenti per questo giro spettacolare e ben condito da splendide foto. Un po' di sana invidia, nella speranza che prima o poi riesca anch'io a concedermi uscite di più giorni.
    Buonanotte!!!

    Fabio

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  2. Grazie F.
    Dai, prima o poi troverai anche tu una finestra di tempo per farne una! Un saluto :)

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