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domenica 24 giugno 2012

Sellaronda Hero 2012. Il racconto della mia gara

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E' sempre molto difficile raccontare una gara come questa perchè le parole, lo stile narrativo, il pathos che si può cercare di trasmettere sono sempre poca cosa rispetto al vissuto individuale. Cercherò in ogni caso di farlo nel migliore dei modi. Due righe sulla parte pregara. Arrivo a Selva di Val Gardena, ritiro pacco gara e pettorale e sistemazione in albergo. Bagno di sole nel pomeriggio con DS e quindi cena. A nanna alle 10. Alle 0530 sveglia, tutto il materiale è preparato dal giorno prima, mi affaccio alla finestra e il tempo è da lupi. Cielo scuro e a tratti nero, temperatura bassa e pensare di partire è veramente da aspiranti eroi perchè se pensi a quello che ti aspetta in termini di difficoltà e ci aggiungi anche la pioggia allora si supera il limite stesso dell'eroismo e si entra nella pazzia. Ma io non sono venuto qui per farmi rimandare indietro dalla pioggia, dal vento e dal freddo, io sono qui per arrivare alla fine della SRH 2012 costi quel che costi. La maglia della SRH è sul tavolo, ancora nella busta orginale e con l'etichetta attaccata. Ho deciso ieri che se non la finisco non la indosso e la metto in vendita su Ebay. Sono fatto così, che ci volete fare. Faccio colazione e quindi vado a prendere la mtb e mi dirigo verso la partenza. Sono in configurazione estrema da gara lunga, fredda, massacrante e sotto la pioggia. Eccomi montare parafanghi anteriori e posteriori, manicotti e gambali, copricalza in goretex. Zainetto tecnico al seguito con cambio di calze e una maglia tecnica a maniche lunghe + berretto tecnico + gel e barrette varie. Kit di assistenza meccanica, con tutto quello che potrebbe servire, sotto il sellino. Il tempo di raggiungere la griglia e comincia a piovere. Poco male, mentre gli altri "sportivi" cominciano ad inzupparsi e a tremare dal freddo, indosso antipioggia tecnico con cappuccio (che vado a mettere sotto il casco) e indosso i copriguanti impermiabili. Copro lo zainetto con la sacca incorporata antipioggia e attendo lo start della 1^ griglia. La pioggia aumenta d'intensità e diventa battente, attorno a me, bikers in completo estivo con smanicato, bagnati fradici e tremanti. Mi domando cosa possa significare il ciclismo per queste persone e mi rendo conto ancora una volta che il concetto di ciclismo eroico è solo sulla carta per alcuni e che quando si tratta di affrontare la realtà allora tutto cambia.

Finalmente viene dato il via, parto tranquillo senza scatti come buona parte dei bikers. Quando si tratta di prendere lo sterrato allora si comincia a soffrire.

Le ruote scelte per l'occasione (2.25 gonfiate a 1.8) artigliano il terreno, reso ancor più difficile dalla pioggia, mentre quà e là gomme troppo gonfie non fanno presa.


Si sale, si sale, con alcuni brevi tratti fatti a piedi.

Arrivo al gpm del Dantepieces (2298 mt) in 1h09 con le gambe che girano bene, non ho bisogno del ristoro ma al volo mangio mezza barretta delle mie e parto in discesa.

Mi attende il tratto che porta a Corvara. La strada è bagnata ed infida e molti bikers scendono timorosi. Alla prima curva mi rendo conto che le 2.25 hanno un grip incredibile ed aumento la velocità superando moltissimi bikers, sono contentissimo, se sul tecnico le sensazioni sono confermate sarebbe fantastico. E così sarà, una volta arrivato sul tratto tecnico e sul prato, ecco il delirio, mai vista tanta gente cadere in una gara. A me basta tenere la posizione in sella, lasciare andare la mtb e dargli la direzione, le 2.25 fanno il resto. Tranne i tratti dove c'erano tappi causati da bikers che magari in salita fanno i brillanti e poi in discesa si piantano, tutti i tratti tecnici li faccio in sella, cosa che mi motiva oltremodo. Man mano che si prosegue in discesa recupero posizioni poi sul piano mi do una calmata perchè in ogni caso le discese tecniche stancano quindi recupero e mi preparo per la 2^ salita ossia  quella che porta al gpm di Campolongo (1875 mt) dove arrivo dopo 3h16' dalla partenza. Sto bene di gambe ma vado come mio solito al risparmio, è più forte di me. Sono abbastanza euforico per la tenuta delle coperture in discesa vero terrore di moltissimi bikers attorno a me, mentre io attendo le discese per recuperare ma non sò se trattasi di bikers sul lungo o sul corto (per modo di dire) ma a me da morale. Continuo a bere ed ogni ora ad alimentarmi. Alla fine della 2^ discesa il tempo migliora e mi tolgo l'antipioggia ed indosso lo smanicato. Grazie alla scelta dei copriguanti e delle calze in goretex mani e piedi stanno benissimo quindi non devo far altro che pedalare. Così come temevo la 3^ salita sarà la più dura, con la salita dell'Ornella che rimarrà indelebile nei ricordi di tutti i bikers.

Praticamente una salita intera quella dell'Ornella che peggiorava man mano che i mt passavano. In certi tratti la pendenza era così accentuata che facevi fatica a spingere la bici, oltre al fatto che trattavasi di terreno pietroso smosso. Credo che molti abbiano ceduto psicologicamente in quel tratto infame. Ho perso tanto, troppo tempo su quel tratto. Quando ho passato il 3° gpm sul Sourasass (2351 mt)  mi sono detto che era quasi fatta ma non del tutto. Man mano che passava il tempo i gruppi diradavano ma a me bastava vedere il tempo a disposizione in quanto facevo gara su me stesso e non sugli altri. Arrivato sul Sourasass mi preparo per la discesa quando mi trovo su un un mangia e bevi su single track con passaggi stretti e talvolta tecnici e su guadi e arrivo sulla statale che mi porta al Pordoi (2239 mt) moderatamente stressato a causa dell'attenzione nell'effettuare i passaggi a buona velocità. Penso a recuperare, bevo, mangio e quindi affronto la breve asfaltata in modalità recupero. Supero il Passo del Pordoi a 6h38' dalla partenza con stradisti che ci osservano con uno sguardo tra l'invidia e il disprezzo. Noi sporchi e stravolti e loro fermi sul Passo con le bdc belle linde. La discesa sterrata che dal Pordoi porta a Canazei è veloce e con diversi tratti tecnici ma li affronto con totale fiducia delle 2.25 ed in un paio di occasioni mi rendo conto che con altre coperture (e magari più gonfie) sarei sicuramente volato più di una volta. A Canazei arriviamo che siamo tantissimi. Mi fermo 10' a riposarmi e bere qualcosa ma il ristoro è veramente striminzito. Chiedo dov'è il tappeto del chip e mi dicono che non lo sanno, a loro hanno solo detto di sbaraccare alle 1550 e di chiudere l'accesso agli altri bikers in arrivo. A me poco importa e riparto ma comincio a sentire strani rumori, il fango e l'acqua hanno messo a dura prova la mtb. Incrocio le dita e faccio finta di niente ma decido di cambiare rapporti il meno possibile per non stressare la catena ed il deragliatore. Mi rimane l'ultima salita ma prima c'è tempo di recuperare facendo una serie di saliscendi e poi un rettilieno su sterrato di 4 km che a questo punto è una manna dal cielo. Controllo i tempi sul gps e vedo che non dovrei avere problemi quindi pedalo agile, mi fermo, mangio, bevo e poi riparto. Una volta terminato il tratto in falsopiano si comincia a salire ma man mano che si sale la pendenza diventa notevole e il terreno molto smosso. Si scende dalla mtb e si spinge. Si risale quando diminuisce leggermente e poi si scende. Un'agonia. C'è gente che cede, di testa sopratutto. A me la cosa non tocca, io proseguo senza che le difficoltà possano impensierirmi a piedi o in mtb che sia. Quando vedo in lontanza il gpm sento l'euforia pervadermi ma cerco di controllarmi perchè mancano ancora 18 km all'arrivo e alcuni strappi cattivi. Poco male, arrivo al gpm del Duron (2280 mt) a 9h14' dalla partenza. Supero il tappeto del chip e mi dico che ora devo bruciare tutto quello che ho conservato.

Metto la padella e parto a cannone rallentando solo per i due strappi bastardi ma oramai il più è fatto. 
Dal Duron in poi recupero 6 posizioni. 
Oramai sono lanciato e arrivo al traguardo dopo 10h 28' dalla partenza con ancora energie in corpo, come al solito, me ne sono tenute troppe da parte ma a me piace così. 


Un'occhiata ai tempi mi dice che su 1019 partiti sul percorso lungo gli arrivati sono 917. Al Danterpieces ero 713°, a Campolongo 685°, al Pordoi 696°, al Duron 671° e all'arrivo 665°. Una serie di numeri che raccontano la gara e che mi soddisfa perchè come per la DSB 2011 si evince che mi sono tenuto costante e che poi ho recuperato posizioni. Nessun crampo, nessuna crisi di fame, ho rispettato la tabella pianificata in termini di approccio alla gara tranne che per i tempi visto che pensavo di chiuderla entro le 9h30' ma la pioggia ha scombussolato i piani di tutti non solo i miei. 
Questo il film della mia SRH. 

Ora potrò indossare la maglia. 
Attendo di leggere il film degli amici partecipanti alla gara.
Un saluto ai bikers incontrati/sentiti durante la 2 gg ovvero il Conte, Agente Orange, Davide (A.) Vittorio, Marco (Z), Roberto (Z), Andrea, Simone (S), Luca (P), Federico (R), Giovanni (B), Roby e tutti gli altri.
Prossimamente video della mia SRH.
Alla prossima.

14 commenti:

  1. Grazie Aitor,
    detto da te che hai manico/palmares in mtb mi inorgoglisce ;)

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  2. Walter_81

    complimenti! un vero eroe anzi un vero hero

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    1. Grazie Walter,
      sono contento perchè ancora una volta sono riuscito a far prevalere le mie doti di resistenza alla fatica e alle intemperie.

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  3. complimenti complimenti e complimenti per l'impresa EPICA!

    www.denisenzo.blogspot.com

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    1. Grazie Denis,
      una volta nella vita va fatta alla stregua di gare come la Lessinia Legend Extreme e la Dolomiti Superbike. Perchè si mette sempre più in alto l'asticella della difficoltà. E riuscire "nutre" il nostro essere bikers.
      Buona mtb

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  4. Ottimo racconto e grazie per le frecciatine verso gli altri "sportivi", io poi sono anche peggio di loro, visto che non ho ascoltato i saggi consigli del mio Grillo Parlante...però lo zainetto ce l'avevo :-D
    Andrea, devo convincerti a partecipare anche ad una 24h, insieme a me, dal momento che riesci a stare in sella ad oltranza!!!
    Ciao.

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    1. Ciao Lucignolo,
      sai che lo dicevo al mio DS nel viaggio di rientro che i prossimo anno vorrei fare una gare di endurance?
      Ne riparleremo seriamente per la pianificazione 2013 ;)
      Keep in touch

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  5. complimenti per l'impresa!!! mi hai fatto venire voglia di provarci nel 2013

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    1. Ciao Fabio, grazie
      e perchè non provarci?
      Test sulla Legend Extreme 2013 (ancor più cattiva del 2012) e sei pronto per superare la SRH (chiaramente il lungo) del prossimo anno.
      Alla prossima

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  6. Complimenti per l'impresa specialmente per il cattivo tempo, mi dici la marca e il modello della gomna che hai usato? Grazie e in bocca al lupo per le tue prossime imprese.

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    1. Ciao,
      ho usato le Geax Sturdy 2.25.
      Grazie della visita e buona mtb!

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    2. Grazie a te sopratutto per la celerita della risposta. Ciao.

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  7. Bel resoconto, dà l'idea della difficoltà della hero ma anche della sua bellezza. Io mi sono iscritto per la prossima ma ancora non sò se resterò sul lungo o opterò per il corto. Mi stò allenando con un preparatore da Ottobre ed ho raggiunto un buon livello di forma, ma per questioni lavorative non riesco mai ad andare oltre le 3.30/4 di uscita la Domenica. Credo di non avere nelle gambe un autonomia che vada oltre le 7ore in sella...tu prima della hero facevi uscite lunghe?
    Grazie e buone pedalate
    Cris

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    1. Ciao, grazie. Personalmente credo sia necessario sapere sin dall'inizio se fare il lungo o il corto, non è una gara che puoi decidere al bivio sia perchè la preparazione è differente sia perchè mentalmente è necessario essere preparati. Prima della Hero facevo uscite lunghe, avevo fatto la Lessinia Legend Extreme e altre. Sicuramente è necessario saper stare tante ore in sella, lo sforzo è nettamente maggiore di un lungo della DSB per esempio, le salite e le discese sono più cattive e tecniche. Chiaramente ti parlo da amatore, padre di famiglia con ore di allenamento sempre contate. In bocca al lupo!

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